domenica 5 maggio 2013

26 Storia del monaco che ha paura di morire.

Si racconta di un giovane monaco che avendo timore di non svegliarsi più si addormentava nel terrore.
Il suo priore un giorno gli disse: "Perché non provi ad allenarti a morire?"
"Pensate che mi serva?" chiese il monaco
"No, io no, ma voi tutti pensate che allenarvi contro la paura venga il coraggio che si mangi in un sol colpo la paura e i suoi guai!"
Il giovane monaco ci pensò su e non sapendo che fare decise di tornare dal priore a dirgli: "Voi vi siete burlato di me, perché come si fa ad allenarsi a morire?"
"No, non mi sono burlato di te, perché effettivamente se solo te ne accorgessi, muori ogni momento e ogni attimo muore di per sé! Ma effettivamente il tranello, l'inganno c'è, ed è che non puoi allenarti a vedere che muori ma solo accorgerti che così è già.
Fino a quando tu non vedrai, vane saranno le mie parole!"
"Perché vane?"
"Perché è come spiegare ad un fiore che da lui si espande un buon profumo, se il fiore pensa di essere lui stesso a farlo, sarà vano spiegargli che così non è, se non si è accorto di profumare, potrebbe essere pericoloso il dirglielo!
Il fiore deve accorgersi da sé, solo allora capirà".
"Ma allora cosa servono i maestri e voi che tanto vi riempite la bocca di amore e compassione cosa sapete fare per me?"
Il priore chiuse gli occhi a lungo poi disse: "hai presente un roseto di maggio?"
"Sì " disse il monaco.
"Ecco, io posso, vedendo le rose fiorite, ammirarle, ma non posso far nulla per i boccioli che ancora devono nascere".
"Ne siete sicuro? - chiese con disprezzo il monaco - e i concimi e il letame? E la preziosa cura del contadino?"
"Ah! - disse il priore - ma tutto ciò è quello che tiene tranquillo il contadino, ma, generalmente, non rispetta e non fa nulla per il fiore che deve nascere!"
"Allora io devo continuare a soffrire, questo voi dite!"
"Se è necessario, si! Ma ti dirò di più, io posso darti le chiavi del balcone a vista che hai nel cuore, e da cui ogni cosa appare luminosa e chiara, ma se tu andrai là con gli occhi di ladro e di pirata, qual che sei, non vedrai alcunché, perché là non c'è nulla da "carpire", come tu credi, per poter stare meglio!"
"Ma voi siete crudele perché io so di maestri che sostentano i loro allievi nelle dure prove!"
"Un buon maestro non da una stampella zoppa al suo allievo sciancato".
"Allora?" chiese il monaco.
"Allora per te posso solo far questo: esserti vicino con la mia presenza che non teme la morte, affinché tu, vedendo che in me non c'è timore, sia attratto solo dall'amore e, senza volermi emulare o voler da me imparare alcuna cosa, solo attratto dalla luce dell'amore che nulla teme, finalmente ti chieda: "ma io di che ho veramente timore?" Solo così posso aiutarti e questo è il miracolo che ogni istante compie l'amore in colui che ... finalmente vede."